Proverbi 4:23

מִֽכָּל־מִ֭שְׁמָר נְצֹ֣ר לִבֶּ֑ךָ כִּֽי־מִ֝מֶּ֗נּוּ תֹּוצְאֹ֥ות חַיִּֽים

Di Elia Fiore (MA Oxon)

TRADUZIONI

Diodati: Sopra ogni guardia, guarda il tuo cuore; Perciocchè da esso procede la vita.
Nuova Diodati: Custodisci il tuo cuore con ogni cura, perché da esso sgorgano le sorgenti della vita.
Riveduta: Custodisci il tuo cuore più d’ogni altra cosa, poiché da esso procedono le sorgenti della vita.
Nuova Riveduta: Custodisci il tuo cuore più di ogni altra cosa, poiché da esso provengono le sorgenti della vita.
C.E.I.: Con ogni cura vigila sul cuore perché da esso sgorga la vita.
Martini: Con ogni vigilanza custodisci il cuor tuo, perché da questo viene la vita.
Edizioni Paoline: Più di tutto veglia sul tuo cuore, perché da quello sgorga la vita.

 

COMMENTO MORFOLOGICO

מִֽכָּל

Lett. “da ogni / tutto…”.
Dato che, in ebraico, la preposizione semplice מִן (“da”) viene usata anche per indicare un comparativo di maggioranza,
La prima parte di questo verso può essere tradotto sia “più di ogni / tutto…” oppure “da ogni / tutto…”

מִ֭שְׁמָר

Nome maschile singolare che può assumere i seguenti sensi: “luogo di reclusione”, “prigione”, “sentinella”,

נְצֹ֣ר

La morfologia di questo verbo, evidenziando il “modo”, sottolinea la natura dell’azione.
Trattasi di un imperativo Qal 2° persona maschile singolare.
Questo verbo può assumere i seguenti sensi principali: “proteggere”, “custodire”.

לִבֶּ֑ךָ

Trattasi del termine “cuore”, nome maschile singolare che proviene da una radice con seconda e terza radicale uguale ( לֵבָב ) che, in questo caso, avendo geminato dopo aver “perso” la terza radicale, raddoppia la seconda (con l’aggiunta del daghesh forte) quando viene aggiunto il suffisso pronominale (in questo caso di econda persona maschile singolare).
Il Referente del suffisso pronominale è sempre la persona alla quale l’ordine è indirizzato.
Il termine “cuore” viene usato, nella Bibbia Ebraica, con i seguenti sensi: “uomo interiore”, “mente”, “volontà”, “cuore”.

כִּֽי

“poiché…”

מִ֝מֶּ֗נּוּ

Trattasi della preposizione semplice מִן (“da”) con l’aggiunta di un suffisso pronominale che, tecnicamente parlando potrebbe essere sia di terza persona maschile singolare (“da esso…”) oppure di prima persona plurale (“da noi…”)

תֹּוצְאֹ֥ות חַיִּֽים

תֹּוצְאֹ֥ות è il femminile plurale di תּוֹצָאָה .
Questo nome non compare molte volte nella Bibbia Ebraica e può assumere i seguenti sensi: “ciò che scaturisce”, “estremità”, “fuga”.
La vocalizzazione di questo nome ci fa capire che è nello stato costrutto e che quindi introduce un complemento di specificazione. In ebraico questo termine, insieme al nome che segue ( חַיִּֽים ) formano una catena costrutta non definita poiché il secondo termine non è introdotto da un articolo determinativo.

חַיִּֽים In ebraico è un nome maschile plurale, e può assumere i seguenti sensi: “vita in senso fisico”, “vita intesa come esperienza di vita”, “vita intesa come sostentamento, mantenimento”.
Ecco, quindi, alcune possibili traduzioni di questa catena costrutta:

  • “Ciò che la vita propone”
  • “Le limitazioni che la vita impone”
  • “Le vie di fuga che la vita offre”

 

COMMENTO PRAGMATICO INFORMATIVO

Questo verso è fatto di due proposizioni legate da un rapporto ci coordinazione.

La prima parte del verso è composto da una frase semplice che, a sua volta, è formata da una frase minima e da un elemento circostanziale (circostante del nucleo).
La frase minima (“custodisci il tuo cuore”) ruota intorno ad un verbo bivalente (“proteggere”, “custodire”) che, quindi, regge due argomenti: il soggetto e il complemento oggetto (il tuo cuore) – trattandosi di un verbo transitivo.

La frase minima, di per sé può essere autonoma, ma in questo caso è stata “arricchita” da un elemento circostanziale (“da ogni prigionia” oppure “in modo più efficace di quanto non faccia una prigione”) che, proprio per il fatto che non è necessario, acquisisce particolare importanza poiché esprime la precisa volontà dell’Autore di trasmettere al lettore questa informazione.

La “dislocazione a destra” di questo elemento circostanziale, ci indica che esso rappresenta, a livello informativo, “il fuoco” dell’intera frase.

E’ come se tutto il verso ruotasse intorno a questo concetto fondamentale: “E’ da ogni prigionia che bisogna custodire il cuore” oppure “E’ facendolo in modo più efficace di quanto non faccia una prigione o una sentinella che bisogna custodire il cuore”. L’enfasi non è tanto sull’atto del custodire il proprio cuore, ma da cosa è necessario proteggere il proprio cuore; o, piuttosto, come è necessario custodire il proprio cuore.

La seconda parte del verso è composta da una coordinata di tipo esplicativa (o dichiarativa) che spiega o dimostra l’affermazione che la precede. La cosa interessante è che proprio come la prima pate del verso si apre ad un messaggio “pluridimensionale”, così la spiegazione di quel messaggio è pluridimensionale:

  • attraverso מִ֝מֶּ֗נּוּ che contiene, di fatto, un riferimento indiretto a tre possibili entità: “noi”, “cuore” o “prigione”
  • attraverso תֹּוצְאֹ֥ות חַיִּֽים che può trasmettere i seguenti concetti: “Ciò che la vita propone”; “Le limitazioni che la vita impone”; “Le vie di fuga che la vita offre”.

Da un punto di vista pragmatico è interessante notare che anche la seconda parte del verso mostra una “dislocazione a destra”per sottolineare “il fuoco” dell’intera frase: מִ֝מֶּ֗נּוּ (“da esso” / “da noi”) che, di fatto, riprende “il fuoco” della prima frase.

 

RIFLESSIONE

Questo verso trasmette un messaggio pluridimensionale dandoci almeno i seguenti i seguenti tre consigli…:

Proteggi il tuo cuore (“uomo interiore”, “mente”, “volontà”, “cuore”) da ogni forma di prigionia (schiavitù), poiché è da noi (“da quanto siamo liberi”) che dipende tutto ciò che sperimentiamo nella vita.

Proteggi il tuo cuore (“uomo interiore”, “mente”, “volontà”, “cuore”) da ogni forma di prigionia (schiavitù), poiché da essa (da ogni forma di prigionia) scaturisce ogni limitazione che sperimentiamo nella vita.

Proteggi il tuo cuore (“uomo interiore”, “mente”, “volontà”, “cuore”) in modo più efficace di quanto non faccia una prigione, poiché da esso (dal cuore) nascono “Le vie di fuga” (le soluzioni) della vita.

Ciò che è il risultato della vita è, di fatto, la conseguenza diretta di un cuore (“uomo interiore”, “mente”, “volontà”, “cuore”) schiavo o di un cuore (“uomo interiore”, “mente”, “volontà”, “cuore”) libero da ogni “prigione” che, di per sé, non è frutto di circostanze esterne a noi; ma è il risultato di come noi lo abbiamo custodito.

La sperimentazione del massimo nella vita, dipende dallo stato del nostro cuore (“uomo interiore”, “mente”, “volontà”, “cuore”); questo concetto viene chiaramente espresso anche nel Nuovo Testamento: “…Non conformatevi a questo mondo, ma siate trasformati mediante il rinnovamento della vostra mente, affinché conosciate per esperienza quale sia la volontà di Dio, la buona, gradita e perfetta volontà.” (Romani 12:2).