Proverbi 19:17

מַלְוֵ֣ה יְ֭הוָה חֹ֣ונֵֽן דָּ֑ל וּ֝גְמֻלֹ֗ו יְשַׁלֶּם־לֹֽו׃

Di Elia Fiore (MA Oxon)

TRADUZIONI

Diodati: “Chi dona al povero presta al Signore; Ed egli gli farà la sua retribuzione.”
Nuova Diodati: “Chi ha pietà del povero presta all’Eterno, che gli contraccambierà ciò che ha dato.”
Riveduta: “Chi ha pietà del povero presta all’Eterno, che gli contraccambierà l’opera buona.”
Nuova Riveduta: “Chi ha pietà del povero presta al SIGNORE, che gli contraccambierà l’opera buona.”
Riveduta 2020: “Chi ha pietà del povero presta all’Eterno, che gli ricambierà l’opera buona.”
C.E.I.: “Chi fa la carità al povero fa un prestito al Signore che gli ripagherà la buona azione.”
Martini: “Chi ha misericordia del povero, da ad interesse al Signore, ed ei gliene renderà il contraccambio.”
Ricciotti: “Chi fa la carità al mendico presta a Dio, che gli renderà il contraccambio.”
Tintori: “Presta al Signore chi ha pietà del povero, ed Egli gliene renderà il contraccambio.”

 

ANALISI MORFOLOGICA

מַלְוֵ֣ה

√לָוָה Hiphil Participio, singolare, maschile, costrutto.
Secondo il BDB(1) questo termine significa qui “Prestare” o prendere in prestito (all’Hiphil)
Anche secondo Reinier de Blois(2) questo termine può significare “prendere in prestito” oppure “prestare; specificando, però, che in entrambi i casi può esserci o meno la presenza dell’interesse.

חֹ֣ונֵֽן

√חָנַן Qal Participio, singolare, maschile, assoluto o costrutto.
Secondo il BDB(3) questo termine significa qui “Mostrare favore, essere gentile”.
Anche Reinier de Blois(4) condivide quanto detto dal BDB, ma offre una definizione un pò più ampia, puntualizzando che questo termine può significare: “essere gentilmente disposto; essere generoso; essere misericordioso; essere gentile; avere pietà”(5).

דָּ֑ל

√דַּל Secondo il BDB(6) questo aggettivo trasmette il concetto di “basso, debole, povero, magro”.
Anche in questo caso Reinier de Blois(7) condivide quanto detto dal BDB, offrendo anche qui una definizione un pò più ampia. Viene infatti puntualizzato che questo termine può significare: “povero; debole; impotente; insignificante”(8).
E’ interessante notare che l’uso di questo termine non è limitato al concetto di ricchezza, né all’aspetto fisico (“magro”); viene anche usato con riferimento al benessere generale di una persona potenzialmente rappresentando quindi, secondo Reinier de Blois, uno “stato in cui qualcuno è infelice e lo dimostra attraverso il proprio aspetto trasandato e/o il proprio comportamento – abbattuto; smunto; di cattivo umore”.

וּ֝גְמֻלֹ֗ו

גְּמוּל preceduto da congiunzione e seguito da suffisso pronominale di terza persona singolare, che si abbina a sostantivi singolari.
Secondo il BDB(9) questo termine significa “ricompensa”, “beneficio”
Secondo Reinier de Blois(10) questo termine significa “ricompensa”, “retribuzione”.

יְשַׁלֶּם

√שָׁלֵם Secondo il BDB(11) questo verbo trasmette il concetto di “essere completo”, “essere sano”, al Piel viene usato anche in ambito “finanziario” per indicare l’azione di “saldare” o “pagare” in toto.

 

ANALISI SINTATTICA

Da un punto di vista strutturale questo verso è composto da due frasi (unite da una congiunzione) che formano un unico periodo.

La prima frase è, usando i termini della linguistica generativa, una frase Kernel identificatrice il cui scopo è quello di indicare che due entità linguistiche, in questo caso il sintagma nominale מַלְוֵ֣ה יְ֭הוָה (colui che presta all’Eterno) e il sintagma nominale חֹ֣ונֵֽן דָּ֑ל (Coui che mostra favore, aiuta il debole), puntano allo stesso referente extralinguistico. In sostanza la struttura sintattica puntualizza che “Colui che presta all’Eterno” e “Colui che mostra favore, aiuta il debole” sono la stessa persona.

Da un punto di vista sintattico questa frase Kernel, nella sua struttura superficiale (cioè così come la vediamo nel testo) ha sicuramente subito una variazione rispetto alla sua struttura sintattica “profonda” (cioè la struttura sintattica di partenza) poiché il verbo essere è sottinteso.

Se questa fosse l’unica variazione sintattica subita da questa frase, questa andrebbe tradotta: “Colui che presta all’Eterno è colui che aiuta il debole”. Il testo quindi trasmetterebbe principalmente il seguente concetto: “E’ possibile sapere chi presta all’Eterno, guardando chi aiuta il debole.

Osservando però la frase, è possibile affermare che questa ha subito anche un’ulteriore variazione. Il sintagma nominale מַלְוֵ֣ה יְ֭הוָה (colui che presta all’Eterno) e il sintagma nominale חֹ֣ונֵֽן דָּ֑ל (Colui che mostra favore, aiuta il debole) potrebbero essere stati invertiti per porre enfasi sul primo sintagma.

Alla luce di questa ulteriore variazione la frase potrebbe quindi essere tradotta: “E’ all’Eterno che sta prestando, colui che mostra favore, aiuta il debole”. 

Il testo quindi descriverebbe non tanto un atto di liberalità “a fondo perduto”, ma un vero e proprio investimento debitamente remunerato.

Questo concetto viene ulteriormente confermato se analizziamo la frase successiva: una coordinata conclusiva il cui scopo è quello di spiegare la conclusione logica di quanto espresso nella principale.

Dato che chi aiuta il debole, di fatto, è creditore non verso quest’ultimo ma verso l’Eterno allora ha diritto ad una “remunerazione”, “retribuzione, “ricompensa” (גְּמוּל) cosa che non gli spetterebbe secondo la Legge se il suo debitore fosse il debole. Sembra, infatti, che il prestito fatto a chi aveva bisogno non potesse essere fatto con interesse (Esodo 22:25-27(12); Levitico 25:35-36(13)) che invece sembra potesse essere previsto ed applicato nell’ambito di un’attività lucrativa.

L’enfasi espressa dalla struttura sintattica sembra quindi proprio enfatizzare la presenza di una remunerazione (interesse).

 

RIFLESSIONE

Oltre a svelare come poter riconoscere chi è “creditore” nei confronti dell’Eterno; questo verso sembra proporre un vero e proprio investimento a chi è in grado di aiutare (non solo da un punto di vista economico-finanziario) il debole.

Il testo, infatti, non sembra proprio parlare di un “premio” che riceve dall’Eterno colui che fa una buona azione. Al contrario descrive l’azione di aiutare (non solo da un punto di vista economico-finanziario) il debole come un vero e proprio investimento, sicuro poiché garantito dall’Eterno.

Questa è una differenza sostanziale con profonde implicazioni come, per esempio, il fatto che un premio non rende più “ricchi”; è un investimento che aumenta il proprio “patrimonio”. Questo significa che è essendo di supporto (non solo da un punto di vista economico-finanziario) al debole il modo migliore per incrementare il proprio “patrimonio”. Ne consegue che chi aiuta il debole (non solo da un punto di vista economico-finanziario) ha come unico vanto il fatto di essere un buon investitore.

Possiamo quindi parafrasare questo verso come segue:

E’ all’Eterno che presta colui che aiuta il debole;  pertanto, è la sua retribuzione che l’Eterno gli pagherà in toto”.

 

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(1) Francis Brown, Samuel Rolles Driver, and Charles Augustus Briggs, Enhanced Brown-Driver-Briggs Hebrew and English Lexicon (Oxford: Clarendon Press, 1977), 531.

(2) Semantic Dictionary of Biblical Hebrew

(3) Francis Brown, Samuel Rolles Driver, and Charles Augustus Briggs, Enhanced Brown-Driver-Briggs Hebrew and English Lexicon (Oxford: Clarendon Press, 1977), 335.

(4) Semantic Dictionary of Biblical Hebrew

(5) “State in which humans or deities are favorably disposed to (other) humans, and act accordingly — to be kindly disposed; to be generous; to be merciful; to be gracious; to pity”.

(6) Francis Brown, Samuel Rolles Driver, and Charles Augustus Briggs, Enhanced Brown-Driver-Briggs Hebrew and English Lexicon (Oxford: Clarendon Press, 1977), 195.

(7) Semantic Dictionary of Biblical Hebrew

(8) “A person or class of people that lack the means to support themselves; ≈ thereby often despised or mistreated, but being under God’s protection — poor; weak; helpless; insignificant”.

(9) Francis Brown, Samuel Rolles Driver, and Charles Augustus Briggs, Enhanced Brown-Driver-Briggs Hebrew and English Lexicon (Oxford: Clarendon Press, 1977), 168.

(10) Semantic Dictionary of Biblical Hebrew

(11) Francis Brown, Samuel Rolles Driver, and Charles Augustus Briggs, Enhanced Brown-Driver-Briggs Hebrew and English Lexicon (Oxford: Clarendon Press, 1977), 1022.

(12) 25 Se tu presti del denaro a qualcuno del mio popolo, al povero che è presso di te, non ti comporterai con lui da usuraio; non gli imporrai interesse. 26 Se prendi in pegno il vestito del tuo prossimo, glielo restituirai prima che tramonti il sole; 27 perché esso è l’unica sua coperta, è la veste con cui si avvolge il corpo. Con che dormirebbe? E se egli grida a me, io lo udrò; perché sono misericordioso.” (Nuova Riveduta).

(13)  “35 Se uno dei vostri diventa povero e privo di mezzi, tu lo sosterrai, come sosterrai lo straniero e l’ospite, affinché possa vivere presso di te. 36 Non prendere da lui interesse, né usura; ma temi il tuo Dio e il tuo prossimo viva presso di te.” (Nuova Riveduta).