Salmo 146:10

יִמְלֹ֤ךְ יְהוָ֨ה׀ לְעוֹלָ֗ם אֱלֹהַ֣יִךְ צִ֭יּוֹן לְדֹ֥ר וָדֹ֗ר הַֽלְלוּ־יָֽהּ׃

Di Elia Fiore (MA Oxon)

TRADUZIONI

Diodati: Il Signore regna in eterno, E il tuo Dio, o Sion, per ogni età. Alleluia.
Nuova Diodati: L’Eterno regna per sempre, il tuo DIO, o Sion, per ogni età. Alleluia.
Riveduta: L’Eterno regna in perpetuo; il tuo Dio, o Sion, regna per ogni età. Alleluia.
Nuova Riveduta: Il SIGNORE regna per sempre; il tuo Dio, o Sion, regna per ogni età. Alleluia.
C.E.I.: Il Signore regna per sempre, il tuo Dio, o Sion, per ogni generazione.

 

ANALISI TESTUALE

יִמְלֹ֤ךְ

In ebraico il verbo non viene coniugato rispetto al tempo verbale ma, tra le altre cose, viene coniugato rispetto all’ “aspetto”. L’”aspetto” di un verbo descrive, sostanzialmente, la dimensione temporale dell’azione indipendentemente dal momento assoluto in cui viene collocata. L’aspetto, non ci dice quando è stata fatta un’azione, ma se essa è durata per un periodo di tempo, se si è conclusa o se non si è ancora conclusa.

L’aspetto di questo verbo è imperfetto, indica cioè un’azione non conclusa; che potrebbe essere iniziata nel passato, continuare nel presente e nel futuro!

יְהוָ֥ה

Il Nome di Dio viene vocalizzato con le vocali di Adonai (Qere Perpetuum) per ricordare al lettore che il Nome proprio di Dio non va pronunciato.

In questo verso questo Nome è uno dei due termini usati per descrivere il Dio della Bibbia. Questo termine, tra le altre cose, descrive Dio facendo particolare riferimento al “Patto” che Egli ha stipulato con il Suo popolo.

לְעוֹלָ֗ם

La parola לְעוֹלָ֗ם (“per sempre”) viene comunemente abbinata alle parole che la precedono, ottenendo quindi la seguente traduzione: “L’Eterno regna in perpetuo (o “per sempre”)

In realtà nel testo ebraico, לְעוֹלָ֗ם , proprio per il fatto che potrebbe erroneamente essere collegata alle parole che la precedono è divisa da quest’ultime da un segno di punteggiatura chiamato paseq (׀). Trattasi di un segno di punteggiatura tipico dell’ebraico biblico che, tra le altre cose, veniva usato per dividere parole che sarebbero altrimenti potute essere lette diversamente.

Ci troviamo quindi davanti ad una frase nominale (frase senza verbo) che va letta a sé stante. La stessa costruzione sintattica la troviamo anche altrove nell’Antico Testamento (“La Sua benignità [è] per l’eternità (eterna)” לְעוֹלָ֖ם חַסְדּֽוֹ – Esdra 3:11; 1 Cron 16:34; 1 Cron. 16:41; 2 Cron. 5:13; 2 Cron. 7:6; 2 Cron. 20:21 )

La traduzione più appropriata della prima parte di questo verso sarebbe quindi: “L’Eterno regna; il tuo Dio, o Sion, è eterno…”

אֱלֹהַ֣יִךְ

Questo termine (אֱלֹהִים – “Dio”) viene usato per indicare Colui che, secondo la Bibbia, è “il vero Dio”. Il termine di per sé non porta però con sé necessariamente il concetto di “Deità”, viene infatti usato anche per indicare “angeli” , “dei” o addirittura “governanti o giudici”.

Anche se la sua provenienza non è assolutamente certa, sembra molto probabile che questo nome sia una particolare forma plurale di אֵל (Dio / dio). I concetti trasmessi sempre da questo nome sono: forza, autorità, guida.

E’ interessante notare che in alfabeto proto-sinaitico o, secondo alcuni, proto-ebraico questo nome veniva scritto utilizzando due pittogrammi:  Il primo rappresentava la testa di un bue (che portava con sé il concetto di forza); mentre il secondo rappresentava la verga di un pastore (pittogramma associato al concetto di autorità e guida).

צִ֭יּוֹן

“Sion” è una sineddoche che in questo caso rappresenta l’intero preso per le sue parti (i suoi abitanti), ecco perché il verbo che segue è coniugato al plurale.

Sineddoche: Figura retorica per la quale si usa figuratamente una parola di significato più ampio o meno ampio di quella propria: per es. una parte per il tutto ( prora per nave ), il contenente per il contenuto ( bere un bicchiere ), la materia per l’oggetto fatto ( ferro per spada )

לְדֹ֥ר וָדֹ֗ר

“Di generazione in generazione”

הַֽלְלוּ־יָֽהּ

“Lodate YHWH”

הַֽלְלוּ Alla radice di questo verbo, oltre al concetto di “lodare” sono collegati anche i seguenti concetti: “brillare”; “essere fieri”; ma anche sostantivi come “lode”, “canto”, “allegrezza” e, addirittura, “pazzia”

יָֽהּQui il nome YHWH viene scritto nella sua forma contratta.

 

TRADUZIONE PROPOSTA

YHWH regna; il tuo Dio, o Sion, è eterno; lodate [quindi] YHWH di generazione in generazione.

 

RIFLESSIONI

Questo verso contiene sostanzialmente tre affermazioni ben distinte e separate che creano un “crescendo” nella mente del lettore.

La prima frase enuncia un dato di fatto: Chi regna è YHWH ( יְהוָֽה ), Colui che ha fatto con il Suo popolo un patto. La particolare coniugazione del verbo ebraico mostra chiaramente che questa azione non è completa o terminata!  YHWH ( יְהוָֽה ) continua e continuerà a regnare.

Anche se questa frase, in ebraico, descrive in modo chiaro la stabilità del regno di YHWH ( יְהוָֽה ) non dice nulla su questo regno. La stabilità di un regno non ci dice necessariamente nulla sulle sue caratteristiche.

E’ la seconda frase a darci queste informazioni poiché il testo ebraico evidenzia due concetti fondamentali: Colui che è a capo di questo regno è forte e regna come un Pastore, cioè “con la diligenza del buon padre di famiglia” (detto in termini moderni); ma non solo, Colui che regna in questo modo non cambia minimante con il tempo!

La terza frase è la risposta richiesta a chi comprende veramente quanto espresso nelle due affermazioni precedenti. Poiché solo colui che comprende veramente quanto detto nelle prime due affermazioni può “essere fiero”, “lodare”, “rallegrarsi” (anche apparentemente contro ragione) e, in questo modo, brillare distinguendosi dalla massa.

E’ interessante notare che la risposta richiesta non può e non deve essere momentanea, ma deve rinnovarsi di generazione in generazione; poiché quanto detto nelle prime due frasi non muta da una generazione all’altra.