Proverbi 22:6 (Un’analisi Testuale)

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  • mercoledì | 29/07/2020
  • 19:00 - 20:00
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Questo verso molto conosciuto viene così tradotto: “Ammaestra il fanciullo, secondo la via ch’egli ha da tenere; Egli non si dipartirà da essa, non pur quando sarà diventato vecchio.” (Diodati); “Ammaestra il fanciullo sulla via da seguire, ed egli non se ne allontanerà neppure quando sarà vecchio.” (Nuova Diodati); “Inculca al fanciullo la condotta che deve tenere; anche quando sarà vecchio non se ne dipartirà.” (Riveduta); “Insegna al ragazzo la condotta che deve tenere; anche quando sarà vecchio non se ne allontanerà.” (Nuova Riveduta); “Abitua il giovane secondo la via da seguire; neppure da vecchio se ne allontanerà.” (C.E.I.).

Il verso sembra dare un “ordine”: quello di “insegnare”, ma non sembra indicare a chi è rivolto questo “ordine”. Non è chiaro neanche chi è il destinatario dell’insegnamento che deve essere impartito (un fanciullo, un ragazzo o un giovane).
Inoltre, leggendo le traduzioni, sembra proprio che l’enfasi venga posta su cosa deve essere insegnato. A questo proposito alcune traduzioni sembrano persino indicare che l’insegnante debba “scegliere” “la carriera” della persona oggetto del suo “ammaestramento”; oppure addirittura semplicemente “mostrargli” quale è il suo percorso, qualunque cosa questo voglia dire. Altre traduzione sembrano invece suggerire che, secondo questo verso, il compito di colui che ammaestra sia quello di impartire una serie di nozioni teoriche che il destinatario dell’insegnamento non dimenticherà, neanche quando diventerà anziano.

Ma è proprio così? Cosa dice, in realtà, il testo ebraico? Qual’è il messaggio trasmesso da questo verso? Chi è colui che deve “insegnare” e chi è colui che è il destinatario dell’insegnamento? Cosa non verrà dimenticato neanche con il passare del tempo? Perché?